Il Natale e la teoria di Peppa Pig
Quattro candele, una affianco all’altra, tante varianti, diversi colori, un unico significato scandire l’avvento accendendo una candela alla volta, ogni domenica, fino all’arrivo del Natale.
Quanta magia, com’è meraviglioso il Natale per i bambini, soprattutto in Alto Adige ove un Italiano come me si è integrato ed ha apprezzato ed imparato storia, tradizione, magia.
La neve che cade, le luci di un albero addobbato, il presepe, l’agitazione dei bambini che scartano i regali, le famiglie riunite attorno ad un tavolo, forse la cosa più bella… Quest’anno per me con qualche lacrima per chi non c’è più, ma questa è un’altra storia che a voi poco interessa.
Insomma se penso a qualcosa di romantico, ad un’atmosfera magica non posso pensare che al Natale.
Ebbene è di oggi, ma comunque non nuova, la notizia che in una scuola, stavolta a Rozzano (MI) il Natale è stato cancellato, “in nome degli attentati di Parigi”, sarà sostituito a gennaio da un’anonima “Festa dell’inverno”.
Già, l’inverno, ed allora tutto d’un tratto penso ad un luogo freddo, inospitale, noioso solo pioggia, nebbia o neve e solo una parola rimbalza nella mia testa “Perché?”
A Rovereto (TN) in un asilo è stato rimosso dal giardino un maialino di plastica ove tutti e sottolineo tutti i bambini si divertivano un mondo. Niente la giostra è stata tolta, probabilmente da un dirigente che dalla vita di divertimento ne ha avuto sempre poco, perché la figura del maialino potrebbe non essere gradita agli islamici.
Perché?
Lorenzo il mio piccolo ed amato nipotino ieri mi ha detto d’aver sentito che il suo cartone animato “Peppa Pig” cesserà d’essere trasmesso perché potrebbe non piacere al mondo islamico.
Perché?
Già perché doversi spogliare della propria storia, della propria cultura, delle proprie tradizioni, per la paura, per il voler assumere una neutra e scialba identità che forse non irrita, ma neppure piace, che non ha senso che non ci porterà a nulla, non faciliterà l’integrazione e porterà alla nostra fine.
Se i dirigenti scolastici occupassero di più il loro tempo per studiare progetti intelligenti di vera integrazione, senza perderlo stupidamente nell’uccidere la cultura, senza creare odio nei bambini che crescono vedendo che questo Islam, che neppure sanno cosa sia, li priva del divertimento, gli nega la storia dei propri nonni, l’identità dei genitori…
Perché?
Un popolo senza storia e cultura è un popolo morto.
Massimo Bessone
Commissario Lega Alto Adige – Südtirol
Vice presidente del Consiglio Comunale di Bressanone