Un Natale dietro le sbarre
Quest’anno, la mia ultima messa prima del Natale si è svolta presso la cappella della Casa Circondariale di Bolzano, il carcere altoatesino. La chiesa era piccola, molti i detenuti, tante e diverse le religioni. Ha fatto bene il Vescovo a dirci di pregare tutti assieme, ognuno per quello in cui crede.
Ero in mezzo a tante storie, tanti drammi, tanta sofferenza, ma in quel momento ero uguale a loro, un uomo seduto in una chiesa che pregava per le persone amate.
Nulla mi distingueva, se non una cosa e non di poco conto!
Il fatto che di lì a poco io sarei uscito, per strada avrei visto mille amici, mille sorrisi, avrei respirato la fredda, ma pulita aria dell’Alto Adige, avrei guardato gli alberi, le montagne, sarei arrivato a casa e avrei abbracciato forte le persone che amo, ci avrei passato il Natale, loro no! E, credetemi, questa cosa mi spezza il cuore!
Buon Natale amici che dalle vostre case illuminate dalle luci dell’albero di Natale, scaldate dall’amore delle vostre famiglie leggete queste mie parole.
Buon Natale a chi lavora alla casa Circondariale di Bolzano, un lavoro non facile!
E, soprattutto, Buon Natale a chi il Natale lo passa da solo, tra quattro mura, solo con i propri pensieri, i propri rimorsi, le proprie paure, senza l’affetto di chi ama, a chi qualche luce del Natale la vedrà lontano, al di là del Talvera, tra il filo spinato.